Una delle complicanze che vediamo più frequentemente, oggi, nei nostri ambulatori è rappresentata dalla cosiddetta “ sindrome del dente fessurato o incrinato” ( tooth cracked syndrome).
Si manifesta, spesso, con un dolore alla masticazione in un dente che presenta un grande restauro, generalmente in amalgama. Frequentemente è presente anche un’ aumentata sensibilità, soprattutto al freddo, in un dente che fino a quel momento non era sintomatico. E’ molto importante un accurato esame clinico e la comprensione dei sintomi riferiti dal paziente. Infatti, gli esami radiografici, in questa sindrome, generalmente non sono di alcun aiuto e solo l’accuratezza delle valutazioni eseguite alla poltrona (test termici, test al digrignamento, percussione) consentiranno di porre una diagnosi.
Alla rimozione del vecchio restauro, poi, la diagnosi verrà confermata dalla visualizzazione di rime di frattura che potranno coinvolgere varie aree del dente (solitamente la base di una o più cuspidi, fino al coinvolgimento di tutto il tetto della camera pulpare e l’estensione in radice). Non tutte le fessurazioni hanno la medesima gravità: noi riteniamo che il mantenimento della vitalità della polpa, qualora possibile, insieme alla protezione delle cuspidi affette dalla fessurazione sia la terapia più conservativa ma anche più garantista nei confronti della tutela, a lungo termine, della salute del dente. Nella sezione "Restaurativa Diretta" e soprattutto nella sezione " Restaurativa Indiretta" troverete una serie di soluzioni restaurative per il dente fissurato.
La frattura verticale della radice, invece, è una delle poche condizioni che non lasciano grandi dubbi sulla cura: una volta accertata la diagnosi, l’estrazione è il solo trattamento possibile. Tale tipo di frattura non va confuso con altri tipi di frattura della radice, come quelli post-traumatici che, al contrario hanno, con alte percentuali, un esito positivo. La frattura verticale, invece, è una rima di frattura, spesso a partenza da una fissurazione coronale (come descritto in precedenza) che crea una soluzione di continuità tra l’ambiente intra ed extra radicolare, ovvero una comunicazione tra questi due ambienti, creando i presupposti di una infezione.
La radice, così, non è più protetta e si instaurano processi infiammatori-infettivi che non è possibile curare. Il paziente, solitamente, non denuncia dolori forti, ma un fastidio che, in precedenza, non avvertiva. Tale condizione è una delle cause principali di sostituzione del dente singolo mediante impianto dentale. Talvolta può essere possibile anche l’ esecuzione di impianti immediati, ovvero di impianti inseriti contemporaneamente alla estrazione del dente. Consultare la sezione "Implantologia" per valutare le possibilità di cura in tali casi.