L’ odontoiatria estetica si occupa di estetica dentale, sia dei settori anteriori, che di quelli posteriori.
L’armonia del sorriso è il concetto che meglio esprime l’estetica dei denti, e non coinvolge solo i denti in senso stretto (forma e colore), ma anche la conformazione dei tessuti molli (gengive), e la posizione degli elementi.
Quello che rende bello e armonico un sorriso è spesso la combinazione di tutti questi fattori, anche in relazione alle altre caratteristiche del viso.
Non è detto che un sorriso «imperfetto» sia necessariamente da cambiare, magari bastano poche e semplici procedure per migliorarlo, individuando su quali fattori lavorare.
Caso 1: Un semplice caso di agenesia (mancanza) dei denti laterali: la paziente era scontenta del suo sorriso, ma non voleva subire nessun intervento invasivo. In questo caso sono stati applicati i concetti di odontoiatria “addittiva” che ci hanno consentito di “trasformare” i denti canini in laterali, il premolare di sinistra in canino e dare maggiore importanza ai denti centrali, semplicemente aggiungendo il materiale mancante, sulla base di un progetto diagnostico deciso insieme alla paziente. Due sedute alla poltrona sono state sufficienti per raggiungere il risultato.
Caso 2: Un altro caso risolto senza alcun sacrificio di tessuto dentale sano. E’ stato eseguito dalla paziente uno sbiancamento domiciliare e, al termine, sono stati semplicemente rimossi i vecchi restauri e variate un po’ le proporzioni fra gli elementi. La paziente è stata soddisfatta del risultato finale, raggiunto in poche sedute, senza ricorrere ad alcuna terapia protesica complessa. Il sorriso ha delle “imperfezioni” ma rispecchia quanto desiderato dalla paziente.
La conservazione dei tessuti è sempre la procedura più affidabile per ottenere e mantenere ottimi risultati a lungo termine. Questo concetto ben si accoppia con il termine « odontoiatria invisibile» a noi molto caro. Il risultato finale, infatti, non deve essere solo piacevole e armonico, ma anche invisibile all’occhio umano.
A nessuno piacerebbe sapere che coloro che ci stanno vicini pensino che i nostri denti siano belli, ma risultino «finti».
Caso 3: Altro caso risolto senza l’ausilio di alcuna protesi, ma semplicemente mediante una ceratura diagnostica eseguita in laboratorio, che ci ha guidati nelle ricostruzione diretta di questi elementi. Già dall’analisi del caso si vedeva chiaramente che sotto ai vecchi restauri vi era tessuto dentale sano della paziente. Ciò che li rendeva non più accettabili erano la forma e il colore. Una volta rimossi le ricostruzioni, e guidati dal nostro progetto diagnostico, si è proceduto alla ricostruzione mediante materiali compositi nanoibridi, direttamente alla poltrona.
Dunque il primo passo è studiare l’estetica del paziente per definirne i punti di forza e quelli di debolezza. Su questi ultimi si concentrerà il trattamento, mentre ai primi, se possibile, verrà dato ulteriore risalto, sempre in accordo con il parere del paziente.
Caso 4: Un altro caso di semplice correzione: la paziente non era contenta del colore dei propri denti e della superficie dello smalto, che si presentava alterata. Nella prima fase la paziente ha eseguito uno sbiancamento domiciliare dell’arcata superiore. Nella foto di destra si può notare la differenza fra l’arcata superiore e l’inferiore (lo sbiancamento dentale inferiore verrà eseguito in seguito).
Una fase operativa e il risultato finale, subito al termine della seduta di correzione dello smalto. E’ ancora più evidente la differenza cromatica fra arcata superiore e inferiore, dove non è stato eseguito lo sbiancamento domiciliare. In tal modo si può notare l’efficacia di questo tipo di trattamento!
Proseguendo in questa carrellata sull’odontoiatria estetica, possiamo avere casi nei quali è indicato il ricorso a faccette protesiche in materiale ceramico o composito, associate o meno a intarsi o corone sui settori posteriori. Ciò si rende necessario quando il tessuto dentale mancante è cospicuo, o va modificato in maniera sostanziale il croma o l’altezza (dimensione verticale) dei denti.
Caso 5: Il caso di M. ha richiesto l’utilizzo di faccette in materiale ceramico, e di restauri diretti in materiale composito sui i denti laterali e sugli incisivi inferiori. Anche in questo caso l’intervento è stato addittivo, senza inutili demolizioni di tessuto sano. Questo stesso tipo di intervento può riguardare anche i denti posteriori, come da esempi sottostanti.
Caso 6: In S. vi era stata una erosione importante della superficie smalto-dentinale della maggior parte dei denti posteriori, che è stata ripristinata mediante intarsi occlusali.
Caso 7: Un altro caso, analogo al precedente, in cui al paziente G. sono stati applicati intarsi in composito sui denti posteriori per aumentare la dimensione verticale usurata. Anche in questo caso tutti i denti sono stati lasciati vivi e vitali!
Caso 8: Le fasi preoperatorie e ricostruttive, prima dell’inserimento dell’intarsio (foto 1 e 2)
L’intarsio subito dopo la cementazione e la lucidatura. Dato il risparmio di tessuto dentale, anche se l’elemento è stato devitalizzato ha ottime probabilità di mantenimento a lungo termine
L’estetica non riguarda solo i tessuti dentali, ma anche quelli gengivali : una profonda recessione può essere ugualmente anti-estetica, oltre a causare problemi di sensibilità dentinale.
Il caso di un incisivo inferiore, associata ad un’ipersensibilità del colletto tale da non permettere le corrette manovre d’igiene orale in questo settore.
Si forma, in casi come questi, un classico circolo vizioso che determina il peggioramento della lesione iniziale: recessione-ipersensibilità-igiene orale non corretta-infiammazione-approfondimento della recessione.
Anche in questo caso, tecniche mini invasive di chirurgia plastica parodontale sono in grado di riformare il tessuto così profondamente alterato ricreando gengivale, come si mostra nell’immagine successiva.
Caso 9: prima dell’intervento Caso 9a: dopo l’intervento di plastica parodontale
Nei casi che seguiranno dovremo correggere difetti via via sempre più severi, sia a carico dei denti, che a carico dei tessuti molli.
Iniziamo con un impianto singolo, in posizione esteticamente molto importante.
Caso 10 La richiesta del nostro paziente era di nascondere la parte di radice esposta e scura sull’incisivo superiore di destra, e di migliorare l’estetica anche di quello di sinistra, in riferimento soprattutto ai tessuti molli. A ciò si aggiungeva la presenza di gravi difetti a carico del supporto osseo di questi elementi. In particolare l’incisivo di sinistra presentava una perdita ben superiore al 50% di supporto osseo.
Questo difetto ha comportato l’estrusione forzata dell’incisivo di sinistra, mediante forze ortodontiche,
per riportare il livello del margine gengivale verso una posizione più simile ai denti adiacenti. Si è poi provveduto alla sostituzione dell’elemento non più mantenibile, mediante l’inserzione di un impianto. Tutto ciò solamente dopo aver eliminato tutta la patologia parodontale a carico dell’intera bocca, condizione assolutamente necessaria per il trattamento implantare.
10a La cura del nostro paziente ha comportato, come atto finale, l’applicazione su entrambi gli incisivi di corone protesiche con struttura in ossido di zirconio.
10b In questa immagine si può notare come l’architettura dei tessuti molli sia stata corretta, e siano stati raggiunti anche i criteri estetici desiderati.
Guardiamo i due casi successivi: elementi dentari persi in aree ad altissima valenza estetica e fonetica. In entrambi i casi si è ricorso all’inserimento di un impianto, contemporaneamente all’estrazione del dente irrimediabilmente compromesso, ed effettuato un carico immediato mediante l’applicazione di un elemento protesico in resina, nell’arco della stessa giornata. Trascorso il tempo necessario alla completa integrazione dell’impianto, si è proceduto ad applicare la corona protesica definitiva in ceramica su struttura in ossido di zirconio.
Caso 11: S. si presenta in ambulatorio con la frattura di un incisivo centrale di sinistra. Anche la radice del dente era molto compromessa e, in accordo con la paziente, si è optato per la soluzione implantare.
11a Il caso dopo l’applicazione delle corone definitive. La paziente è molto soddisfatta. Le foto mostrano il caso a 6 anni dal carico: i margini gengivali attorno alle corone protesiche hanno mantenuto posizione e forma, esteticamente sovrapponibili agli elementi naturali; questo grazie ad una perfetta salute orale, risultato di un regolare programma di mantenimento igienico organizzato dal nostro ambulatorio e seguito dai nostri pazienti.
Caso 12: analogo al precedente, la sostituzione di un canino superiore sinistro, mediante impianto. Nell’ immagine di sinistra si può notare l’ottima integrazione della corona in ceramica con i denti naturali contigui.
Caso 13: mancanza del primo premolare superiore destro e presenza di un moncone in posizione secondo premolare, non mantenibile.
13a: gli impianti posizionati.
13b la corretta gestione dei tessuti molli consente il ripristino della papilla interdentale, meglio definibile come papilla interimplantare, ovvero quella architettura dei tessuti molli che permetterà alle corone sugli impianti di avere un aspetto assolutamente naturale.
13c: si noti la naturalezza degli elementi protesici implantari.
Caso 14 Nel caso proposto era necessario ristabilire una fisiologica armonia dei margini gengivali di tutti gli incisivi superiori, unitamente a conferire agli elementi protesici la forma e il colore naturale. Il paziente è stato curato dal nostro ambulatorio, prima risolvendo lo stato di infiammazione cronica parodontale, e solo dopo applicando manufatti protesici a rivestimento ceramico, su struttura di ossido di zirconio. La collaborazione della paziente nel rispettare il nostro programma di mantenimento ha consentito di conservare il risultato al livello dell’immagine di controllo dopo 13 anni dalla fine trattamento.
14a il caso ad un controllo dopo 13 anni.
Nell’immagine che segue, notiamo un problema estetico dovuto ad uno spostamento verso l’alto del margine gengivale, dei due denti premolari, con un assottigliamento del tessuto gengivale stesso: l’applicazione di tecniche di microchirurgia plastica parodontale consente di riportare il tessuto gengivale alla sua dimensione naturale, ricoprendo la parte di radice esposta e scura, senza dover modificare la corona protesica preesistente.
Certamente ottenere un “bel sorriso” è senz’altro frutto dell’applicazione di tecniche ricostruttive corrette, sia a carico dei tessuti dentari che gengivali; è senz’altro legato alla collaborazione del team odontoiatrico dell’ambulatorio: operatori, igienisti, personale assistente, laboratorio odontotecnico; è sicuramente basato sull’attenta interpretazione e rispetto delle esigenza dei nostri pazienti, in ultima analisi lo si raggiunge curando nella maniera più professionale e appassionata possibile le persone che ci affidano la loro fiducia.
Contatta il nostro centro di odontoiatria estetica per maggiori dettagli.